Sai, in questi giorni ho spesso pensato alla mia lettera. Quella del suicidio. Su cosa scrivere, cosa non scrivere, a chi dare la colpa, con chi prendermela. Ho riflettuto a lungo, e sola una persona ha il mio odio, me stesso. Il mio essere così, brutto, meschino, traditore, nullafacente, pigro ed indolente, il rimandare tutto e tutti, la mia introversione, tutto di me. Io odio tutto, tutto di me, lo odio nella maniera più profonda. Ho avuto dei treni e li ho lasciati andare via, il lavoro, Naomi... Naomi, tradita ed infilzata al cuore per una lurida puttanazza, il lavoro mai cercato e quando avuto mai tenuto perché sono un coglione, un figlio che chissà poteva nascere e dalla mia incapacità mai nato.
Io sovrastimo la bellezza? Nessuno si mette nei panni di un brutto obeso faccia di cazzo e denti storti come me. Oggi riflettevo che nemmeno posso comprarmi una maglietta, e la colpa non é della società o del mondo ingiusto, ma solo mia. Io... Non riesco più a vivere. Non vedo luce e non mi vedo in grado di cambiare la mia vita, sono nel fondo più nero e le piccole cose non aiutano, non aiutano per niente quando non puoi nemmeno prenderti un panino al bar. Ho perso i treni, a 34 anni sono il prototipo del fallito. Non si può cambiare, io non posso svoltare nulla, non ne ho ne le capacità né il tempo. La mia vita é letteralmente finita, sepolta da me stesso. Potevo cambiare, Naomi era lì, la vita che sempre sognavo, e ho gettato tutto alle ortiche. Non mancherò a molti, e quei pochi riprenderanno, come é giusto che sia, la loro vita, perché é così che si fa. Non io, che faccio schifo in tutto. Ciao.