Crucio
21-08-2021, 16:55
https://www.corriere.it/spettacoli/21_agosto_21/morta-nicoletta-orsomando-storica-annunciatrice-rai-aveva-92-anni-aa67fe34-027f-11ec-8e26-190f86cd2b10.shtml
Si è spenta nella notte a Roma all’età di 92 anni Nicoletta Orsomando, ex annunciatrice televisiva e volto popolare della Rai. Lo riferiscono fonti della famiglia. I funerali si svolgeranno lunedì alle 10.15 nella Chiesa di Santa Maria in Trastevere. Ad annunciare la notizia su Twitter è stato il nipote di Nicoletta Orsomando, Giacomo Olivi.
Nicoletta Orsomando è apparsa nelle case dei pochi italiani privilegiati che possedevano un televisore il 22 ottobre 1953 per presentare, in via sperimentale, un documentario dell’Enciclopedia Britannica. In seguito ha condotto «Cineselezione», alcune puntate di «L’amico degli animali» e per un certo periodo «Sette giorni al parlamento». È stata l’annunciatrice della RAI per antonomasia, la personificazione della «signorina buonasera». Il volto sereno, il sorriso imperturbabile, la dizione perfetta, l’eleganza discreta hanno conquistato la platea dei telespettatori. Nel corso degli anni, ha condotto anche qualche rubrica di intrattenimento e ha partecipato come ospite a numerosi programmi. Per 40 anni (è andata in pensione il 20 novembre 1993) è rimasta fedele al suo ruolo; per scelta e soprattutto per costrizione. Si racconta che il direttore Willy De Luca non l’abbia promossa di grado e ad altri incarichi perché «priva di santi in paradiso». Ma Achille Campanile di lei ha scritto l’epigrafe perfetta: «A dir le sue virtù, basta un sorriso... Quello della Orsomando appartiene al genere arguto e birichino».
Era nata a Casapulla, comune della provincia di Caserta, si è trasferita da piccola a Mazzarino poi a Lavello, città della quale il padre Giovanni, noto compositore, diresse la banda sinfonica; successivamente la famiglia si trasferita a Littoria (l’attuale Latina) e infine, nel 1937, a Roma. All’inizio del nuovo secolo, la Rai ha mandato in pensione le “signorine buonasera”. A parte il periodo d’oro delle origini (quando molti spettatori erano convinti che l’annunciatrice si rivolgesse a loro e solo a loro, suscitando pulsioni e infinite proposte di matrimonio), a parte la notorietà, non dev’essere stato un lavoro di grande soddisfazione. Il lamento delle annunciatrici è stata una mesta ricorrenza di vecchia data, fin dai tempi di Fulvia Colombo che, come annunciatrice, aveva sempre l’aria di annunciare una disgrazia. La Orsomando no, in pubblico non si è mai lamentata. Il grande Achille Campanile le aveva circonfuse di incantevole humour: annunciatrici, «ragazze che hanno l’abilità di farsi la fama di serie, col sorridere a tutti». Facili prede della papera e della satira, le “signorine buonasera” hanno svolto un compito importante: erano l’incarnazione dell’azienda, un volto amico e rasserenante, un ospite fisso della famiglia. Quando annunciavano una diretta avevano la premura di farci intendere, ontologicamente, che la diretta apparteneva solo alla tv e non alla vita, come succede oggi. Di loro, aveva capito tutto Angelo Guglielmi che, per Raitre, nel 1979 decise di usarle in bianco e nero e tra virgolette. Come si fa con le citazioni.
La Orsomando ha partecipato, nel ruolo di sé stessa, anche ad alcuni film “Piccola posta”, per la regia di Steno, che vedeva come protagonisti Alberto Sordi e Franca Valeri, “Totò lascia o raddoppia?” di Camillo Mastrocinque (1956), “Parenti serpenti” di Mario Monicelli, mentre era intenta ad annunciare “Fantastico”. Nella prima puntata di “Onda libera” di Roberto Benigni (1976) la Orsomando viene interrotto da un’irriverente pernacchia e all’immagine sconcertata della «signorina buonasera» si sovrappone quella di Cioni che, accompagnandosi con la chitarra, canta la «Marcia degli incazzati». Nel 2008 ha presentato lo show “Viva Radio2 Minuti”, condotto da Fiorello, che nei promo della trasmissione l’aveva scherzosamente imitata e che la farà imitare anche da altri famosi personaggi nelle intro delle successive puntate (tra gli altri Jovanotti, Christian De Sica, Laura Pausini, Simona Ventura, Biagio Antonacci). Più che annunci, quelli di Nicoletta Orsomando erano una liturgia, una promessa di felicità, come i titoli di testa di un buon film.
Si è spenta nella notte a Roma all’età di 92 anni Nicoletta Orsomando, ex annunciatrice televisiva e volto popolare della Rai. Lo riferiscono fonti della famiglia. I funerali si svolgeranno lunedì alle 10.15 nella Chiesa di Santa Maria in Trastevere. Ad annunciare la notizia su Twitter è stato il nipote di Nicoletta Orsomando, Giacomo Olivi.
Nicoletta Orsomando è apparsa nelle case dei pochi italiani privilegiati che possedevano un televisore il 22 ottobre 1953 per presentare, in via sperimentale, un documentario dell’Enciclopedia Britannica. In seguito ha condotto «Cineselezione», alcune puntate di «L’amico degli animali» e per un certo periodo «Sette giorni al parlamento». È stata l’annunciatrice della RAI per antonomasia, la personificazione della «signorina buonasera». Il volto sereno, il sorriso imperturbabile, la dizione perfetta, l’eleganza discreta hanno conquistato la platea dei telespettatori. Nel corso degli anni, ha condotto anche qualche rubrica di intrattenimento e ha partecipato come ospite a numerosi programmi. Per 40 anni (è andata in pensione il 20 novembre 1993) è rimasta fedele al suo ruolo; per scelta e soprattutto per costrizione. Si racconta che il direttore Willy De Luca non l’abbia promossa di grado e ad altri incarichi perché «priva di santi in paradiso». Ma Achille Campanile di lei ha scritto l’epigrafe perfetta: «A dir le sue virtù, basta un sorriso... Quello della Orsomando appartiene al genere arguto e birichino».
Era nata a Casapulla, comune della provincia di Caserta, si è trasferita da piccola a Mazzarino poi a Lavello, città della quale il padre Giovanni, noto compositore, diresse la banda sinfonica; successivamente la famiglia si trasferita a Littoria (l’attuale Latina) e infine, nel 1937, a Roma. All’inizio del nuovo secolo, la Rai ha mandato in pensione le “signorine buonasera”. A parte il periodo d’oro delle origini (quando molti spettatori erano convinti che l’annunciatrice si rivolgesse a loro e solo a loro, suscitando pulsioni e infinite proposte di matrimonio), a parte la notorietà, non dev’essere stato un lavoro di grande soddisfazione. Il lamento delle annunciatrici è stata una mesta ricorrenza di vecchia data, fin dai tempi di Fulvia Colombo che, come annunciatrice, aveva sempre l’aria di annunciare una disgrazia. La Orsomando no, in pubblico non si è mai lamentata. Il grande Achille Campanile le aveva circonfuse di incantevole humour: annunciatrici, «ragazze che hanno l’abilità di farsi la fama di serie, col sorridere a tutti». Facili prede della papera e della satira, le “signorine buonasera” hanno svolto un compito importante: erano l’incarnazione dell’azienda, un volto amico e rasserenante, un ospite fisso della famiglia. Quando annunciavano una diretta avevano la premura di farci intendere, ontologicamente, che la diretta apparteneva solo alla tv e non alla vita, come succede oggi. Di loro, aveva capito tutto Angelo Guglielmi che, per Raitre, nel 1979 decise di usarle in bianco e nero e tra virgolette. Come si fa con le citazioni.
La Orsomando ha partecipato, nel ruolo di sé stessa, anche ad alcuni film “Piccola posta”, per la regia di Steno, che vedeva come protagonisti Alberto Sordi e Franca Valeri, “Totò lascia o raddoppia?” di Camillo Mastrocinque (1956), “Parenti serpenti” di Mario Monicelli, mentre era intenta ad annunciare “Fantastico”. Nella prima puntata di “Onda libera” di Roberto Benigni (1976) la Orsomando viene interrotto da un’irriverente pernacchia e all’immagine sconcertata della «signorina buonasera» si sovrappone quella di Cioni che, accompagnandosi con la chitarra, canta la «Marcia degli incazzati». Nel 2008 ha presentato lo show “Viva Radio2 Minuti”, condotto da Fiorello, che nei promo della trasmissione l’aveva scherzosamente imitata e che la farà imitare anche da altri famosi personaggi nelle intro delle successive puntate (tra gli altri Jovanotti, Christian De Sica, Laura Pausini, Simona Ventura, Biagio Antonacci). Più che annunci, quelli di Nicoletta Orsomando erano una liturgia, una promessa di felicità, come i titoli di testa di un buon film.