geofriFMITA
14-10-2014, 20:17
Avellaneda è per certi versi una delle città più scaramantiche e superstiziose del mondo. Un luogo dove c'è uno dei più affascinanti aneddoti legati a questo sport. In questo piccolo centro portuale situato alla periferia di Buenos Aires, la microcriminalità è dilagante, le sirene della polizia sono un suono familiare, gli spari per strada sono all'ordine del giorno.
In un posto così è naturale che viva anche una delle rivalità calcistiche più accese del Sud America, qui infatti tra le due squadre cittadine, Independiente e Racing, si gioca uno dei clasicos più caldi, secondo solo a quella tra Boca Juniors e River Plate.
Da una parte la Academia, così come vengono chiamati i biancocelesti del Racing, dall'altra El Diablo Rojo, i rossi dell'Independiente, da una parte il Cilindro casa del Racing, dall'altra la Doble Visera, casa dell'Independiente, la distanza tra loro è meno di trecento metri; in pratica due squadre dello stesso quartiere. Anche per questo nel corso degli anni gli ultras si sono fatti notare per i numerosi episodi di guerriglia urbana che molte volte hanno portato alla sospensione delle partite.
http://www.fmita.it/wp-content/uploads/2014/10/cilindro-300x212.jpg (http://www.fmita.it/wp-content/uploads/2014/10/cilindro.jpg)
In questo contesto si inserisce un episodio tra storia e leggenda conosciuto come la ?maldicion de los siete gatos negros?.
Sono gli anni 60?, sono un periodo d'oro per il Racing, capace di conquistare due titoli argentini (1961, 1966), ma soprattutto di vincere la Coppa Libertadores 1967, strappata in finale agli uruguagi del Nacional Montevideo.
Il 4 novembre 1967 allo stadio ?Centenario? di Montevideo, il Racing Avellaneda e il Celtic di Glasgow si contendono lo scettro del calcio mondiale; i biancocelesti hanno la possibilità di essere la prima squadra argentina a vincere la coppa Intercontinentale.
Un'umiliazione troppo grande per los hinchas dell'Independiente, un affronto difficile da metabolizzare, uno spauracchio da esorcizzare ad ogni costo. Si, ma come?
Qui la storia prende i contorni di leggenda.
Si narra che il custode del Cilindro, tifoso dell'Indipendente, avesse fatto entrare di nascosto alcuni tifosi del Diablo Rojo che impazienti di stare con le mani in mano decisero di mettere in atto un macabro rituale esoterico al fine di impedire futuri successi dell'Academia. Quella stessa sera, nel terreno di gioco del Cilindro furono seppelliti in diverse zone le carcasse di sette gatti neri. Come andò a finire? Il rito quella sera non diede gli esiti sperati. Il Racing si laureò campione del mondo battendo i cattolici di Glasgow per 1-0.
Negli anni successivi, però gli influssi negativi si fecero sentire. Da allora la Academia è, infatti, caduta nel baratro. E' incappata spesso in annate deludenti culminate nella prima storica retrocessione negli anni '80, nel 1999 ha rischiato la bancarotta per un soffio e nei 45 anni intercorsi, è riuscita a mettere in bacheca la miseria di tre titoli, restando a digiuno per ben trentaquattro.
Per togliere la maledizione, quelli del Racing le hanno provate tutte. Messe nere, benedizioni di preti e vescovi, a un certo punto pensano che bisogna estirpare il male alla radice: nel 2000, durante i lavori di ristrutturazione, il terreno di gioco del Cilindro venne sradicato alla ricerca dei malefici felini o di quello che ne rimaneva. Qualcuno disse che ne venne ritrovato solamente uno, altri che furono sei quelli asportati, ma uno non si trovò.
Il Racing vinse il campionato di Apertura nel 2001, sembra la fine della maledizione, ma è l'anno della prima crisi argentina, con il paese in bancarotta e disperato, e la vittoria dell'Academia passa in secondo piano.
Nel 2014 torna a calcare il terreno del Cilindro, a conclusione della sua carriera, El Principe Diego Milito. ?Il Racing è molto più che vincere o perdere: o ci credi o non ci credi? sono le sue parole.
Chissà che non sia proprio un principe, con il suo bacio a mettere fine alla maledizione dei sette gatti neri e far tornare il Racing de Avellaneda ai fasti di un tempo.
Realtà e leggenda, razionalità ed emotività, logiche illogiche, coreografie pittoresche e atmosfera caliente. Tutto questo è Avellaneda, tutto questo è Independiente-Racing.
Non una partita qualunque.
http://www.fmita.it/wp-content/uploads/2014/10/derby2-300x168.jpg (http://www.fmita.it/wp-content/uploads/2014/10/derby2.jpg) http://www.fmita.it/wp-content/uploads/2014/10/derby1-300x191.jpg (http://www.fmita.it/wp-content/uploads/2014/10/derby1.jpg)
Articolo originariamente pubblicato su www.fmita.it (http://www.fmita.it/1126-leggi)
In un posto così è naturale che viva anche una delle rivalità calcistiche più accese del Sud America, qui infatti tra le due squadre cittadine, Independiente e Racing, si gioca uno dei clasicos più caldi, secondo solo a quella tra Boca Juniors e River Plate.
Da una parte la Academia, così come vengono chiamati i biancocelesti del Racing, dall'altra El Diablo Rojo, i rossi dell'Independiente, da una parte il Cilindro casa del Racing, dall'altra la Doble Visera, casa dell'Independiente, la distanza tra loro è meno di trecento metri; in pratica due squadre dello stesso quartiere. Anche per questo nel corso degli anni gli ultras si sono fatti notare per i numerosi episodi di guerriglia urbana che molte volte hanno portato alla sospensione delle partite.
http://www.fmita.it/wp-content/uploads/2014/10/cilindro-300x212.jpg (http://www.fmita.it/wp-content/uploads/2014/10/cilindro.jpg)
In questo contesto si inserisce un episodio tra storia e leggenda conosciuto come la ?maldicion de los siete gatos negros?.
Sono gli anni 60?, sono un periodo d'oro per il Racing, capace di conquistare due titoli argentini (1961, 1966), ma soprattutto di vincere la Coppa Libertadores 1967, strappata in finale agli uruguagi del Nacional Montevideo.
Il 4 novembre 1967 allo stadio ?Centenario? di Montevideo, il Racing Avellaneda e il Celtic di Glasgow si contendono lo scettro del calcio mondiale; i biancocelesti hanno la possibilità di essere la prima squadra argentina a vincere la coppa Intercontinentale.
Un'umiliazione troppo grande per los hinchas dell'Independiente, un affronto difficile da metabolizzare, uno spauracchio da esorcizzare ad ogni costo. Si, ma come?
Qui la storia prende i contorni di leggenda.
Si narra che il custode del Cilindro, tifoso dell'Indipendente, avesse fatto entrare di nascosto alcuni tifosi del Diablo Rojo che impazienti di stare con le mani in mano decisero di mettere in atto un macabro rituale esoterico al fine di impedire futuri successi dell'Academia. Quella stessa sera, nel terreno di gioco del Cilindro furono seppelliti in diverse zone le carcasse di sette gatti neri. Come andò a finire? Il rito quella sera non diede gli esiti sperati. Il Racing si laureò campione del mondo battendo i cattolici di Glasgow per 1-0.
Negli anni successivi, però gli influssi negativi si fecero sentire. Da allora la Academia è, infatti, caduta nel baratro. E' incappata spesso in annate deludenti culminate nella prima storica retrocessione negli anni '80, nel 1999 ha rischiato la bancarotta per un soffio e nei 45 anni intercorsi, è riuscita a mettere in bacheca la miseria di tre titoli, restando a digiuno per ben trentaquattro.
Per togliere la maledizione, quelli del Racing le hanno provate tutte. Messe nere, benedizioni di preti e vescovi, a un certo punto pensano che bisogna estirpare il male alla radice: nel 2000, durante i lavori di ristrutturazione, il terreno di gioco del Cilindro venne sradicato alla ricerca dei malefici felini o di quello che ne rimaneva. Qualcuno disse che ne venne ritrovato solamente uno, altri che furono sei quelli asportati, ma uno non si trovò.
Il Racing vinse il campionato di Apertura nel 2001, sembra la fine della maledizione, ma è l'anno della prima crisi argentina, con il paese in bancarotta e disperato, e la vittoria dell'Academia passa in secondo piano.
Nel 2014 torna a calcare il terreno del Cilindro, a conclusione della sua carriera, El Principe Diego Milito. ?Il Racing è molto più che vincere o perdere: o ci credi o non ci credi? sono le sue parole.
Chissà che non sia proprio un principe, con il suo bacio a mettere fine alla maledizione dei sette gatti neri e far tornare il Racing de Avellaneda ai fasti di un tempo.
Realtà e leggenda, razionalità ed emotività, logiche illogiche, coreografie pittoresche e atmosfera caliente. Tutto questo è Avellaneda, tutto questo è Independiente-Racing.
Non una partita qualunque.
http://www.fmita.it/wp-content/uploads/2014/10/derby2-300x168.jpg (http://www.fmita.it/wp-content/uploads/2014/10/derby2.jpg) http://www.fmita.it/wp-content/uploads/2014/10/derby1-300x191.jpg (http://www.fmita.it/wp-content/uploads/2014/10/derby1.jpg)
Articolo originariamente pubblicato su www.fmita.it (http://www.fmita.it/1126-leggi)