Dobermann81
01-02-2017, 20:47
L'uomo si è costituito ai carabinieri dopo aver lasciato una pistola semiautomatica sulla tomba della moglie
Si è costituito ai carabinieri Fabio Di Lello, che era ricercato per l'omicidio commesso oggi a Vasto.
Fabio Di Lello nel pomeriggio ha ucciso a colpi di pistola Italo D'Elisa. I carabinieri hanno ritrovato una pistola semiautomatica in una busta di plastica lasciata sulla tomba della moglie di Di Lello, Roberta Smargiassi, che la scorsa estate fu investita e uccisa dall'auto condotta proprio dal giovane assassinato questo pomeriggio. Il padre di D'Elisa ad alta voce ha gridato "Maledetti, me lo avete ucciso".
Prima di consegnarsi alle forze dell'ordine Fabio Di Lello avrebbe chiamato un amico dicendogli che aveva ucciso l'assassino di sua moglie, annunciandogli che si stava recando al cimitero per salutare la sua Roberta. Avrebbe chiamato il suo avvocato, Giovanni Cerella, indicandogli dove si trovava in quel momento.
I primi a giungere sulla tomba di Roberta Smargiassi sono stati i carabinieri della locale compagnia che hanno rinvenuto però solo l'arma custodita in una busta di plastica trasparente. Poco dopo, accompagnato dal suo avvocato, Di Lello si è costituito ai carabinieri.
Moglie Di Lello investita a luglio - Fu un tragico incidente, il primo luglio scorso, a causare la morte di Roberta Smargiassi, 34enne, vastese, moglie di Fabio Di Lello. Secondo la ricostruzione, la giovane sul suo scooter Yamaha Sh650 si scontrò con una Fiat Punto guidata da Italo D'Elisa, all'incrocio tra Corso Mazzini e Via Giulio Cesare, a Vasto. Dopo l'impatto la ragazza si schiantò contro il semaforo che regolava l'incrocio, ricadendo pesantemente sull'asfalto. Morì in ospedale dopo il ricovero. L'impatto con la moto, mandò la Punto contro un'altra auto in transito. Sul posto intervennero carabinieri e vigili del Fuoco del comando di Vasto, insieme ai medici del 118. I guidatori delle due autovetture furono sottoposti a vari accertamenti nell'ambito dell'inchiesta seguita e ancora in corso. Quindici giorni più tardi, un'enorme folla partecipò alla fiaccolata in ricordo di Roberta, partita proprio da quell'incrocio dove la donna era stata travolta dall'auto. In prima fila il marito, il papa', gli altri familiari, tutti distrutti dal dolore. Il corteo raggiunse prima l'area antistante l'obitorio dell'ospedale 'San Pio da Pietrelcina', dove morì la donna, poi l'ingresso del Tribunale di Vasto dove, sui cancelli esterni, furono lasciate tante immagini della giovane donna con l'auspicio di una giustizia veloce.
Su fb Di Lello come 'il gladiatore' - Sul profilo Facebook di Fabio Di Lello, l'uomo che ha ucciso l'investitore di sua moglie, campeggia la foto della donna, Roberta Smargiassi. Sulla foto, postata il 5 novembre scorso, campeggia la scritta 'Giustizia per Roberta'. Quella giustizia che Di Lello si è fatto da solo. La foto del profilo è invece tratta dal film 'Il gladiatore', la scena quella in cui Massimo Decimo Meridio torna dalla guerra e scopre la sua famiglia massacrata per vendetta.
http://www.ansa.it/abruzzo/notizie/2017/02/01/vasto-investi-e-uccise-donna-dopo-mesi-marito-lo-ammazza_5fde063f-0a89-4d38-aec9-bd6e383f7492.html
Gesto estremo e che nulla ha a che fare con la giustizia ma è altrettanto vero che per chi si macchia di omicidi in macchina le pene continuano a essere decisamente lievi, perchè l'ucciso, che era ancora in giro a zonzo, aveva pienamente torto nel sinistro :sisi:
http://www.ilnuovoonline.it/2016/12/22/incidente-smargiassi-la-replica-dellavvocato-cerella/
"Il Consulente nominato dal sostituto procuratore dott.ssa De Lucia ha ricostruito minuziosamente la dinamica del sinistro mortale ed ha cosi concluso: “Le responsabilità dell’accaduto sono chiaramente ed unicamente riconducibili alla condotta del Sig. D’Elisa Italo” (pag. 41 dell’eleborato peritale).
E’ stato infatti rilevato dal CT (che si è avvalso sia dei dati della scatola nera montata sul veicolo condotto dall’indagato sia della ricostruzione della dinamica) che il conducente teneva una velocità non adeguata e al di sopra dei limiti consentiti per il tratto di strada percorso e, soprattutto, per l’orario notturno. (pag. 41 dell’elaborato peritale).
Inoltre, contrariamente a quanto dichiarato dal difensore, il D’Elisa non rispettava il segnale orizzontale di svolta a destra ma proseguiva dritto, ignorando l’impianto semaforico che era con la lanterna rossa e imponeva, quindi, l’obbligo di arresto. (pag. 41 dell’eleaborato peritale)
Non corrisponde al vero quanto affermato dal difensore dell’indagato circa il fatto che la vittima non indossasse il casco protettivo.
Lo stesso consulente della Procura è giunto a conclusione diametralmente opposta afffermando che la Smargiassi indossava regolarmente il casco allacciato e pienamente funzionante (pag. 12 dell’elavorato peritale).
Difatti lo stesso veniva rinvenuto subito dopo l’impatto a terra ancora allacciato.
A conferma di ciò giova precisare che nessuna contestazione è stata mossa nei confronti della povera Roberta."
e che per cercare di pararsi il deretano accusava la deceduta di non portare il casco, quindi colpevole e pure infame, alla fine non è che il morto sia un soggetto verso il quale si possa provare pena :baffo:
Si è costituito ai carabinieri Fabio Di Lello, che era ricercato per l'omicidio commesso oggi a Vasto.
Fabio Di Lello nel pomeriggio ha ucciso a colpi di pistola Italo D'Elisa. I carabinieri hanno ritrovato una pistola semiautomatica in una busta di plastica lasciata sulla tomba della moglie di Di Lello, Roberta Smargiassi, che la scorsa estate fu investita e uccisa dall'auto condotta proprio dal giovane assassinato questo pomeriggio. Il padre di D'Elisa ad alta voce ha gridato "Maledetti, me lo avete ucciso".
Prima di consegnarsi alle forze dell'ordine Fabio Di Lello avrebbe chiamato un amico dicendogli che aveva ucciso l'assassino di sua moglie, annunciandogli che si stava recando al cimitero per salutare la sua Roberta. Avrebbe chiamato il suo avvocato, Giovanni Cerella, indicandogli dove si trovava in quel momento.
I primi a giungere sulla tomba di Roberta Smargiassi sono stati i carabinieri della locale compagnia che hanno rinvenuto però solo l'arma custodita in una busta di plastica trasparente. Poco dopo, accompagnato dal suo avvocato, Di Lello si è costituito ai carabinieri.
Moglie Di Lello investita a luglio - Fu un tragico incidente, il primo luglio scorso, a causare la morte di Roberta Smargiassi, 34enne, vastese, moglie di Fabio Di Lello. Secondo la ricostruzione, la giovane sul suo scooter Yamaha Sh650 si scontrò con una Fiat Punto guidata da Italo D'Elisa, all'incrocio tra Corso Mazzini e Via Giulio Cesare, a Vasto. Dopo l'impatto la ragazza si schiantò contro il semaforo che regolava l'incrocio, ricadendo pesantemente sull'asfalto. Morì in ospedale dopo il ricovero. L'impatto con la moto, mandò la Punto contro un'altra auto in transito. Sul posto intervennero carabinieri e vigili del Fuoco del comando di Vasto, insieme ai medici del 118. I guidatori delle due autovetture furono sottoposti a vari accertamenti nell'ambito dell'inchiesta seguita e ancora in corso. Quindici giorni più tardi, un'enorme folla partecipò alla fiaccolata in ricordo di Roberta, partita proprio da quell'incrocio dove la donna era stata travolta dall'auto. In prima fila il marito, il papa', gli altri familiari, tutti distrutti dal dolore. Il corteo raggiunse prima l'area antistante l'obitorio dell'ospedale 'San Pio da Pietrelcina', dove morì la donna, poi l'ingresso del Tribunale di Vasto dove, sui cancelli esterni, furono lasciate tante immagini della giovane donna con l'auspicio di una giustizia veloce.
Su fb Di Lello come 'il gladiatore' - Sul profilo Facebook di Fabio Di Lello, l'uomo che ha ucciso l'investitore di sua moglie, campeggia la foto della donna, Roberta Smargiassi. Sulla foto, postata il 5 novembre scorso, campeggia la scritta 'Giustizia per Roberta'. Quella giustizia che Di Lello si è fatto da solo. La foto del profilo è invece tratta dal film 'Il gladiatore', la scena quella in cui Massimo Decimo Meridio torna dalla guerra e scopre la sua famiglia massacrata per vendetta.
http://www.ansa.it/abruzzo/notizie/2017/02/01/vasto-investi-e-uccise-donna-dopo-mesi-marito-lo-ammazza_5fde063f-0a89-4d38-aec9-bd6e383f7492.html
Gesto estremo e che nulla ha a che fare con la giustizia ma è altrettanto vero che per chi si macchia di omicidi in macchina le pene continuano a essere decisamente lievi, perchè l'ucciso, che era ancora in giro a zonzo, aveva pienamente torto nel sinistro :sisi:
http://www.ilnuovoonline.it/2016/12/22/incidente-smargiassi-la-replica-dellavvocato-cerella/
"Il Consulente nominato dal sostituto procuratore dott.ssa De Lucia ha ricostruito minuziosamente la dinamica del sinistro mortale ed ha cosi concluso: “Le responsabilità dell’accaduto sono chiaramente ed unicamente riconducibili alla condotta del Sig. D’Elisa Italo” (pag. 41 dell’eleborato peritale).
E’ stato infatti rilevato dal CT (che si è avvalso sia dei dati della scatola nera montata sul veicolo condotto dall’indagato sia della ricostruzione della dinamica) che il conducente teneva una velocità non adeguata e al di sopra dei limiti consentiti per il tratto di strada percorso e, soprattutto, per l’orario notturno. (pag. 41 dell’elaborato peritale).
Inoltre, contrariamente a quanto dichiarato dal difensore, il D’Elisa non rispettava il segnale orizzontale di svolta a destra ma proseguiva dritto, ignorando l’impianto semaforico che era con la lanterna rossa e imponeva, quindi, l’obbligo di arresto. (pag. 41 dell’eleaborato peritale)
Non corrisponde al vero quanto affermato dal difensore dell’indagato circa il fatto che la vittima non indossasse il casco protettivo.
Lo stesso consulente della Procura è giunto a conclusione diametralmente opposta afffermando che la Smargiassi indossava regolarmente il casco allacciato e pienamente funzionante (pag. 12 dell’elavorato peritale).
Difatti lo stesso veniva rinvenuto subito dopo l’impatto a terra ancora allacciato.
A conferma di ciò giova precisare che nessuna contestazione è stata mossa nei confronti della povera Roberta."
e che per cercare di pararsi il deretano accusava la deceduta di non portare il casco, quindi colpevole e pure infame, alla fine non è che il morto sia un soggetto verso il quale si possa provare pena :baffo: