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Visualizza Versione Completa : FM17 // SFIDE // Ma Cosa Ci Faccio Qua? // Skiljebo SK



Halosofia
28-10-2016, 23:42
Il responso del Dott. Calindri, medico sociale della squadra da tanti, troppi anni, fu molto chiaro. Ci conoscevamo talmente bene che mi bastava guardarlo negli occhi, appena aprivo quella maledetta porta bianca di legno quasi marcio del centro medico, per conoscere la risposta. Quella risposta che sapevo gia’ da almeno un paio d’anni, ma che non volevo accettare, fisicamente ma soprattutto mentalmente: “Davide, non provarci piu’. Quelle caviglie sono piu’ fragili delle ali di una farfalla.”
Farfalle…farfalle…in quel momento avrei davvero voluto volare via da quello studio che puzzava di vecchio e di medicine, ma che oramai era diventato la mia sedonda casa. 33 anni. Si certo, l’eta’ era quella…ma si sa nelle squadre di provincia si puo’ arrivare anche a 40, se il tuo fisico te lo consente, se ti alleni giornalmente, se la tua passione supera i dolori allucinanti dopo 1 ora di sessione di allenamento, ed aspetti solo il momento di entrare in doccia per buttarti acqua bollente sulle caviglie. L’unico rimedio naturale per alleviare il dolore, pur di non imbottirmi di quelle schifezze.
Il mio allenatore fu molto chiaro: “Davide, non temere. si chiude una porta ma si apre un portone. Vuoi fare il dirigente? Non hai che da chiedere alla societa’. Ho gia’ parlato con il presidente.”
E ci mancherebbe, una vita dedicata ad una sola squadra, quella della tua citta’, quella dei sogni da bambino. Combattere per piu’ di 20 anni su di un solo campo per i colori biancoverdi, quei colori che per te hanno rappresentato l’unico mondo...
Non ero pronto per questo.
Mi chiama Calindri, mi chiede come sto. faccio finta di essere in spiaggia, era luglio.
"Qui fa un caldo. Ciao ciao dottore!"
Ero in macchina, forse da 45 minuti, chiuso con i finestrini abbassati, a guardarli da lontano mentre si allenavano. senza di me. senza il proprio capitano. senza una guida.
Non mi piacciono i saluti, e sono più cocciuto di un asino. Non cambio mica. Non salutai nessuno. Sono proprio uno stronzo. Ma loro lo sapevano, ogni giocatore, ogni singolo membro dello staff, ce l’avevo qui dentro, al centro del petto. Ognuno di loro. E non ne fecero certo un dramma. Non detti nessuna intervista, nessuna comparsata in tivu’. Basta. basta con tutto. Fiume si ritira. Stop, fine dei giochi.
Non mi piace essere al centro dell’attenzione. dovevo fuggire.
Hobby, si certo, mi avrebbero salvato! Una cosa che avrei voluto fare ma per mancanza di tempo non ho mai potuto realizzare fino in fondo? Cicloturismo. Si, le due ruote erano la mia passione da piccolino, da quando detti quel famoso calcio alle rotelle posteriori della mia bici. E fu il giorno piu’ bello, qualndo il bambino scoprii che aveva potenzialita’, se voleva davvero qualcosa poteva prenderselo. Vero babbo?
In meno di 24 ore avevo preparato tutto! Fat bike ricolma di qualsiasi cosa, biancheria per almeno 2 settimane, cibo, gps, tenda e tutto quello di cui un biker ha bosgno, piu’ ovviamente l’immancabile mastercard. Per qualsiasi evenienza. Il nostro gruppo era composto dai 5 soliti amici, quelli con i quali sulle due ruote hai conosciuto ogni singola parte del tuo territorio limitrofo. Ora ci eravamo imposti di uscire fuori dal territorio. Fuori dall’italia! ci aspettava un estate davvero piena di sorprese!
Moleggiamo quindi un van e ci buttiamo dentro le nostre amate compagne di viaggio, destinazione ignota. su strada, parlando del piu’ e del meno, uno di loro prende e fa: “Dicono che in svezia la birra sia ottima, e non solo quella...”. Non aveva mai detto una cosa cosi intelligente in tutta la sua vita.
48 ore. Il viaggio più bello della mia vita, con le persone giuste. Non abbiamo parlato di calcio, neanche una parola sulla mia storia, incredibile!
Arriviamo a Västerås, ridente cittadina. verde ovunque. Boschi immensi. Un lago bellissmo. Il paradiso per noi fat bikers. 3 giorni tra bevute, trekking, bevute, sterrato, bevute.
Ah, la birra e’ ottima, il mio amico aveva ragione.

Il terzo giorno in citta' ci troviamo nel mezzo di una festa cittadina, mai visto un fiume di birra cosi abnorme. Sta di fatto che, ovviamente non ricordo come e perchè, facciamo la solita scommessa tra amici. Se non fossi riuscito a bere un'altra pinta di birra senza vomitare subito dopo, avrei dovuto presentarmi il giorno seguente nella societa' calcistica del posto, la Skiliebo, 4° divisione svedese, che al momento risultava essere alla ricerca di un allenatore con precedenti nel mondo del calcio (almeno questo era quello che riuscimmo a farci tradurre da una simpaticissima bionda trovata per strada). In svezia mettono annunci per allenatori sui giornali. Amo questo paese!
Cosi, con un terribile mal di testa, mi presento in una struttura abbastanza fatiscente, proprio collegata allo stadio, tetti a spiovere ovunque. Freddo.
Mi accoglie alla reception mikela wallin, che dopo sapro' essere la figlia del presidente.
Con il mio inglese fluente mi presento, racconto un po' da dove vengo, la mia storia calcistica. Sta di fatto che riesco ad ottenere un colloquio con il presidente. La figlia fa una strana espressione, come se mi avesse voluto dire: "oddio, ora papa' ne fara' un'altra delle sue".
Dove andra' a finire questa burla?
Uomo di mezza eta', imponente nel fisico, tipica faccia svedese intagliata nel ghiaccio. Gli parlo di me, di quello che ho passato, delle gioie e dei dolori delle serie minori italiane, lui di quanto sia bello andare a cacciare nei boschi svedesi, delle passioni tra l'altro in comune. Di come volesse far diventare importante la società, e di come l'ultimo allenatore l'avesse deluso. Voleva affidare la sua creatura a qualcuno che capisse davvero l'anima del calcio, quacuno che avesse solcato i campi più duri e assaporato tutti i gusti che solo la magica sfera ti trasmette, e che potesse contagiare con tutto questo i giovani calciatori pieni di speranze della sua squadra. che uomo.
Alla fine di una lunga chiacchierata durata un'ora abbondante, mi chiede se io avessi il patentino per allenare. a quel punto stavo per dirgli che ero li solo per una scommessa persa, ma era troppo tardi, non mi andava di deludere persone cosi cordiali e gentili. Lo scherzo pero' era durato fin troppo. "Si certo, patentino conseguito 2 anni fa".
Era vero, preso in un anno causa infortunio proprio per non stare a casa a deprimermi.
Mi guarda come non mi aveva mai guardato nei precedenti minuti.
Mi stringe la mano, una stretta di mano cosi forte che trasmette passione, forza e coraggio in pochi secondi. una stretta di mano quasi paterna.
"Välkommen till sverige"
Cosi sorrido. E lui mi risponde sorridendo ancora piu' forte ed abbracciandomi.
Il suo era un sorriso di vera felicita', traspariva anche dai suoi occhi.
Il mio era lo stesso sorriso che avrei fatto buttando i miei amici nel lago ghiacciato Malaren, appena sarei uscito di qua.
La frittata era fatta, ma sono un uomo d'onore ed avrei rispettato i patti.
Non avevo nulla da perdere e nulla da guadagnare. Una cosa era certa, in meno di 1 ora tutta la citta' sapeva del mio arrivo, un allenatore italiano in terra svedese.
Il mal di testa era svanito. Ora ce l'avevo allo stomaco.



https://youtu.be/wxloqL1a76w:capital_omg:

Garlic
28-10-2016, 23:52
Ullallà...seguo

Inviato dal mio GT-I9100 utilizzando Tapatalk

bizio77
29-10-2016, 08:17
seguo :sisi:

geofriFMITA
29-10-2016, 10:30
Uno spettacolo. Continua così

pazza_inter
29-10-2016, 11:23
urka! io un'idea su cosa fare in Svezia ce l'avrei :esd:

Red&BlueFan
29-10-2016, 11:40
Oh, un pò di Nord...seguo ;)

Ciroxs
29-10-2016, 12:13
Bellissimo incipit... seguo!

GarviD
29-10-2016, 12:24
Anche il video-racconto! EPIC! seguo :baffo:

heikudo
29-10-2016, 12:33
Bellissimo!!!

Halosofia
01-11-2016, 09:39
(grazie per il sostegno e per quelli che seguono la storia) :qwe:

Tornavo in albergo dai miei amici, sorridendo come un ebete per tutta la durata del tragitto. Ero felice, il presidente della squadra mi metteva tranquillità e già mi sentivo parte del suo progetto. Avevo abbandonato il mondo del calcio solo 1 settimana prima, pensando che una lunga pausa mi avrebbe riordinato tutto il casino che avevo in testa, ma a volte la vita ti sorprende cosi, senza preavviso alcuno. Sono i momenti più belli ve l'assicuro. Quelli da poter tramandare ai nipoti.
Ed ero li, in una città sperduta della Scandinavia, dove l'indomani avrei firmato per diventare Manager della Skiljebo SK, Divisione 2 Norra Svealand. E' il quarto livello nel sistema dei campionati di calcio svedese e comprende 84 squadre, divise in 6 gruppi da 14 squadre che rappresentano le aree geografiche scandinave...questo è quello che mi aveva accennato il presidente poco prima.
Appena prima di entrare in albergo, ricevo una chiamata sul mio cellulare, da un numero che TrueCall mi identifica come appartenente ad un certo Jonatan Partin. Con un italiano quasi perfetto, si presenta con un "Ciao Mister" continuando poi in inglese: "Sono Jonatan, il tuo allenatore in seconda nonchè centrocampista centrale della prima squadra, è un onore averti alla guida della nostra famiglia".
Famiglia, proprio la sensazione che ho provato conoscendo il presidente e qualche membro dello staff poco prima.
Andiamo avanti per una mezz'oretta, dove mi parla della situazione della squadra in classifica. Come? Ma la stagione non inzia ad Agosto/Settembre?
"No, da noi FINISCE a Settembre, inizia ad Aprile".
Bella merda! Il presidente non me ne aveva parlato, forse credeva non avessi accettato il posto per questo motivo? Mi trovavo quindi con dei ragazzi col morale molto basso, a sole 10 partite dalla conclusione del campionato, al 10° posto su 14 squadre, praticamente al limite della zona play-out. Solo 4 vittorie su 16 partite. Bisognava parlare SUBITO con i ragazzi. Riunione straordinaria, prima di firmare. Avevo bisogno di conoscere i miei calciatori, dato che fra soli 5 giorni avremmo avuto la prossima partita, fortunatamente in casa contro il BKV Norrtälje.
Tempo di spiegare ai miei amici di sempre questa situazione paradossale (ovviamente credevano fosse uno scherzo nello scherzo), presi la mia bici, l'unico mezzo di locomozione fino a quel momento, e mi diressi di nuovo verso la sede societaria, chiamando Jonatan durante il tragitto per avvisarlo che in 1 ora volevo tutti pronti per un primo colloquio. Era molto entusiasta della mia decisione, credevo peggio. Bisognava solo sperare che tutti i ragazzi fossero disponibili, dato che avevano ovviamente le loro vite ed i loro LAVORI principali, chi faceva l'idraulico, chi il carpentiere. Ragazzi, parliamo di 4 divisione Svedese. Tanta ignoranza.
In 15 minuti ero di nuovo in sede, fuori ad aspettarmi un ragazzo non tanto alto ma con quel sorriso che ti stende, era Patrik Damm, il capitano. Mi saluta e mi dice che non vede l'ora di lavorare con me, ma minimo tra 2 settimane visto il suo infortunio ancora in fase di recupero. Mi consiglia di entrare subito dentro, dato che erano in arrivo non solo gli altri giocatori, ma anche un manibolo di ultras pronti per accogliermi, ma secondo lui veniva prima il lavoro e poi il piacere; solo da questo particolare capii subito che sarebbe stato un capitano insostituibile!
All'interno della sala riunioni c'era già qualche giocatore ad attendermi. Che ragazzi ligi al dovere, e cosi giovani poi.
C'era Klinton, timido ma mastodontico difensore centrale, il presidente me ne parlò veramente bene. C'erano Johansson e Karlberg, amiconi fin dai tempi della scuola elementare ma causa scelte tecniche non giocavano mai insieme. Magari questo cambierà.
Tempo 10 minuti e si aggregarono tutti, staff compreso. Ebbi l'occasione di conoscere ogni singolo aspetto della squadra. Che dire, erano tutti dei grandi professionisti.
Il mio fu un discorso di 20 minuti circa, dove cercai di far capire che tutte le squadre che hanno ottenuto qualcosa, in tutti gli ambiti sportivi, avevavo solo un segreto. Oltre alle abilità che sono certo importanti, i giocatori devono fare GRUPPO, devono essere SOLIDALI tra loro, fuori e dentro al campo, devono diventare una cosa sola. Eliminare del tutto screzi e veleni per far entrare solo spirito di amicizia e fratellanza. Quando avremo ottenuto tutto questo, saremo già all'80% delle nostre potenzialità, il resto lo faranno le vostre abilità.
Tutti si guaardavano negli occhi, ho visto addirittura qualcuno commosso, forse i ragazzi avevano proprio bisogno di sentirsi dire queste parole. Forse avevo colpito nel segno.
Continuai: la mia squadra non sfrutterà il punto debole degli avversari, assolutamente NO.
Ma bensì punterà sul NOSTRO punto forte! Cercando di ottimizzarlo e adattarlo per ogni avversario. Voglio vedervi correre e sudare per i vostri colori, rendiamo orgogliosi i nostri tifosi.
Non mi aspettavo certo che entrassero in quello stesso momento nel campetto. Mi commossi.
Lo fecero davvero. E si allenarono, come se non ci fosse un domani. Alcuni ancora con addosso i jeans. Era questo che volevo vedere, passione, agonismo, famiglia, uno sforzo globale per un obiettivo univoco.
Risalire la classifica e tentare l'impossibile. Vincere era l'unica via possibile.
L'inizio del campionato, beh, fu qualcosa di strepitoso. Segnammo 9 gol in 3 partite, subendone solo 1. Ricordo a memoria ogni gol!
Adesso eravamo a soli 5 punti dalla zona playoff, non ci credevo!
La prossima però, era proprio contro il Karlbergs.


https://www.youtube.com/watch?v=_7lNdtphZtg

Ciroxs
02-11-2016, 12:56
Questa storia è qualcosa di fantastico... dai, ora devi battere il Karlbergs! :esd:

geofriFMITA
02-11-2016, 20:27
i gemelli del gol là davanti fanno la differenza

Halosofia
03-11-2016, 11:46
i gemelli del gol là davanti fanno la differenza

Nella prossima puntata, domani online, c'è una new entry davvero inaspettata!! ;)

Halosofia
04-11-2016, 22:31
13 agosto 2016.
Questo era IL GIORNO. Potevamo davvero dare un senso nuovo alla stagione, qualcosa che i ragazzi non avrebbero neanche immaginato di poter vivere: tentare di raggiungere un posto nei playoff.
Per una squadra come la nostra, con obiettivo stagionale quello di rimanere nella serie, e per tutti nostri tifosi, era una sorpresa essere tutti cosi in alto; forse più che avere un allenatore italiano alla guida.
Arrivammo cosi al Gamlis IP, il doppio della capienza del nostro piccolo Hamre IP.
C'erano circa 100 nostri tifosi, che i miei ragazzi andarono subito a salutare sotto la curva. Si erano sobbarcati 100km di viaggio con un paio di pulmann e Station Wagon, ovviamente tutte Volvo.
La tensione era altissima, ma la nostra preparazione era stata perfetta, soprattutto sotto l'aspetto psicologico. Dissi ai ragazzi di giocare come sapevano, non c'erano pressioni, dovevano solo giocare a calcio ed il risultato sarebbe venuto da solo.
La partita fu molto equilibrata nel primo tempo, con un posesso palla al 50% da entrambe le parti. Purtroppo però eravamo sotto di 2 gol, l'ultimo di questi nato da una deviazione fortuita su calcio da fermo proprio quando eravamo vicini al pareggio. I nostri avversari erano davvero forti, questo lo sapevamo, meritavano pienamente la loro posizione in classifica, ma il secondo gol fu una brutta tegola per il morale.
I miei gemelli del gol, come ormai erano soprannominati in città, Karlberg e Johansson, erano stati chiusi molto bene per tutta la partita, e non riuscimmo a trovare nessuno sbocco in area avversaria. Avevo bisogno di una "matrice pazza", di un giocatore che avrebbe potuto cambiare la partita nel giro di 15 minuti.
Fuori Karlberg, dentro Abdisalam Hassan Ibrahim, un giovane 18enne arrivato durante la settimana precedente tramite accordo con l'IF Elfsborg, squadra di Premier Division Svedese. Ci eravamo affiliati con loro per ricevere tanti giovani promettenti a costo zero.
Fu una manna dal cielo.
85° minuto. Eravamo nella fase "Tutto per tutto". Pressavamo come non mai. Rinvio errato della difesa del Karlsberg, la palla arriva sui piedi di Partin che di prima mette il tipico cross d'oro da 30 metri per vie centrali sulla testa del giovane Ibrahim. 1 metro e 78 ma con un elevazione da giocatore NBA. Pallonnetto al portiere. GOL! 2-1!
Partita riaperta? No, ci avevamo pensato un pò troppo tardi. Usciamo tra gli applausi dei nostri. Avevamo lottato come leoni, e loro lo sapevano. Al momento, questo era il massimo che potevamo dare. Lo sapevo io e lo sapevano i miei ragazzi, infatti li ringraziai per lo spettacolo offerto. Chiesi loro solo una cosa: di non togliere il piede dall'acceleratore fino al termine della stagione, c'erano ancora 6 partite e tante soddisfazioni da toglierci.
7 giorni dopo giocavamo in casa contro il Varmdo, erano sotto di noi in classifica e la partita si presentava facile, almeno sulla carta. Fu la partita perfetta di Colo Halit, il mio primo acquisto ufficiale per la squadra, preso a costo zero dalla Premier Division Svedese. Forte centrocampista centrale iraniano; la mia scelta di usarlo però sulla sinistra fu premiata da 2 gol eccezionali, non prima però di andare sotto già al 4° minuto, con il nostro incolpevole Sunell preso alla sprovvista da un tiro della domenica del giovane Netteryd, che certo non si aspettava di segnare (vista anche la sua esultanza grazie alla quale perse l'uso delle corde vocali per il resto della partita).
Dopo soli 3 minuti ci fu appunto il pareggio di Halit, con un sinitro imparabile. Solo al 75° andammo in vantaggio grazie a...già proprio grazie a Absilasam Hassan Ibrahim, con uno straordinario gol di testa (di nuovo!). Al 77° Halit, sempre dalla sinistra, con un fendente mette al sicuro il risultato. I ragazzi furono osannati dai nostri tifosi, e chiamarono anche il sottoscritto sotto la curva. Ero emozionatissimo ma fu bellissimo; certo non capii una parola di quello che mi urlavano contro, ma mi sentivo un DIO.
Quella sera mi dissero che non avevano mai visto un italiano bere cosi tanto. Già, me lo dissero, la mattina dopo, dato che mi svegliai sul mio divano senza che io ricordassi nulla della sera precedente. Onestamente c'era poco da scherzare, tempo 7 giorni e c'era il derby contro il Vasteras, la seconda squadra della nostra città, che portava però il suo stesso nome!
Non erano in buone condizioni, anzi erano il fanalino di coda con soli 11 punti al'attivo.
Cominciammo attaccando molto bene, ma una decisione incredibile dell'arbitro assegnava un rigore ai nostri avversari realizzato da Johansson. Ci toccava recuperare anche contro di loro.
Quel piedino vellutato di Partin serviva al 55° un pallone solo da mettere alle spalle del portiere avversario, e sappiamo come Karlberg era bravo in tutto ciò!
Ma questa era una partita da vincere, anche senza convincere. Chi poteva aiutarci se non il nostro gioiellino Abdisalam Hassan Ibrahim? Per la terza volta entrato nel secondo tempo. Era il 66° quando un colpo sotto dopo una deviazione fortuita in area avversaria sanciva il 2-1 per noi.
Buttammo un occhio alla classifica e con nostra sorpresa eravamo al 4° posto, a soli 4 punti dal Karlsberg che aveva pareggiato con una squadra di metà classifica.
Nulla era perduto. Avanti cosi.


https://youtu.be/EHZL9N91LNU

GarviD
05-11-2016, 12:52
Davvero senza parole :hail:

Cmq complimenti per la pronuncia di tutti quei nomi strani :rotfl2:

Ciroxs
05-11-2016, 13:12
è difficile, ma ci si deve provare...

Halosofia
05-11-2016, 19:12
Davvero senza parole :hail:

Cmq complimenti per la pronuncia di tutti quei nomi strani :rotfl2:


Fra un pò cambierò anche il mio cognome, magari ci metterò un bel "sson" finale :D

Halosofia
06-11-2016, 20:36
Contro il Gamla Upsala ci giocavamo il futuro, una partita che avrebbe messo alla prova non tanto le nostre qualità perchè eravamo sicuramente superiori all'avversario, ma la nostra voglia di vincere. Era comunque una partita in trasferta, non doveva essere presa del tutto sottogamba.
Vedevo i miei più sicuri che mai, altezzosi e su di giri. Nello spogliatoio detti solo dei consigli, cosi come farebbe un buon padre: la nostra sicurezza non mi piaceva, dovevamo comunque rispettare i nostri avversari, ed il nostro atteggiamento poteva solo compromettere le sorti di una partita alla nostra portata.
I nostri avversari capirono il nostro atteggiamento, ed in campo dettero l'anima!
Fu definita la partita più bella di tutto l'anno!
Al 5° minuto eravamo già in vantaggio! Forse la rete più bella dell'anno da parte di Johansson che in mezza sforbiciata, servito benissimo dal suo gemello Karlberg, insaccava di potenza.
Al 27° il nostro cattivo atteggiamento dette la possibilità a Anjou, lasciato del tutto solo, insaccare di punta il gol del pareggio. Le mie grida furono inutili, dato che la panchina era dalla parte opposta e c'era quel maledetto ventaccio svedese che si porta via tutto.
La nostra risposta fu immediata! Karlberg serve Johansson per vie centrali che con uno stop a seguire si ritrova davanti al portiere ed insacca per il 2-1.
Stavamo concedendo di nuovo spazi, e non ci perdonarono al 33°. Da fuori area tiro di Saidi che realizza il pareggio, 2-2.
Fu la prima volta che mi incazzai davvero con i ragazzi, qui non si poteva più scherzare, dovevamo farlo per i nsotri tifosi e per i colori.
51° punizione di Halit che serve il più forte di testa, come avevo preventivato, Klinton. Stacco di testa dopo una deviazione difensiva errata. Siamo di nuovo in vantaggio.
Detti ovviamente l'ennesima chance di segnare alla mia perla nera, Hassan, che questa volta non realizzò gol. Ma sfornò un meraviglioso assist di prima che Johansson non poteva fare altro che mettere alla spalle del portiere. I miei ragazzi ce l'avevano fatta anche stavolta. Eravamo a 2 punti dal 2° posto.
3 partite alla fine! Se rimanevamo concentrati sul nostro obiettivo, tutto era possibile, ovviamente se la 2° faceva un passo falso.
La prossima partita era con la penultima in classifica, l'FC Gute, che doveva assolutamente vincere per non retrocedere. Chi aveva più voglia di portarsi a casa la vittoria?
C'era una strana energia nell'aria, anche se giocavamo in casa. Non so spiegarlo, ma l'avvertivo. I miei ragazzi erano sicuri di portarsi a casa il bottino pieno, forse sbagliai nel buttarli un po' giu dicendogli che la partita era comunque complicata. Il fatto di non avere nello staff qualcuno con ottime doti psicologiche mi metteva sempre in prima linea, era la mia prima esperienza come allenatore, per loro era la prima esperienza cosi in alto, e si sa l'aria sulle montagne è sempre poca e si fa fatica a respirare. Ecco, i miei ragazzi erano affannati, distratti, quasi irriconoscibili.
Al 40° subiamo la peggiore delle beffe, cross sbagliato dall'ala avversaria che Sunell non riesce a trattenere, poteva fare di meglio. Ma ci pensò Halit al 46° a mettere le cose apposto. Colpo di testa all'angolino, 1-1.
Il mio discorso nello spogliatoio non servì a molto, non vedevo quella luce negli occhi dei ragazzi, vedevo invece timore, paura. Paura di vincere.
Il secondo tempo fu un accozzaglia di tiri da fuori, occasioni mancate, e sicuramente anche la fortuna non ci aiutò! Per come stava andando la partita il pareggio era un punto d'oro, anche se la prossima partita era con la 1° in classifica.
Poi la beffa, 92°, strattonata del nostro Shala, giovane difensore in prestito, l'arbitro è sicuro. Calcio di rigore. Ma come? Rovinare una partita in questo modo? Il pareggio andava bene ad entrambe le squadre, questo proprio non ci voleva.
Gol, punti buttati nel cesso.
Andai via direttamente, senza passare dagli spogliatoi. Non ero incazzato con i ragazzi, sapevo che era stata solo sfortuna, ma ero incazzato con me stesso, per non aver avuto polso in certe situazioni, per non aver azzardato in altre. Finalmente scoprivo quant'era difficile il compito dell'allenatore, fino a quel momento ne avevo sentito solo parlare.
Il giorno dopo mi scusai con i ragazzi che capirono la mia amarezza, ed anzi si scusarono loro con me, promettendomi che avrebbero dato il 110% contro il Sollentuna, squadrone che ormai aveva vinto la serie da tempo e che quindi speravo potesse schierare le seconde linee.
Al 34° eravamo in vantaggio di 2 gol, praticamente due segnature fotocopia. Continuavo a darmi pizziccotti, non stavo sognando, eravamo secondi in quel momento, eravamo ai playoff! In Svezia vigeva infatti la regola che a pari punti valeva come primo riferimento la differenza reti, e noi essendo la 2° squadra in campionato come realizzazioni avevamo un distacco di circa 5 lunghezze.
Il contropiede stava funzionando alla grande, ma fu Gustafsson a farci scendere dal piedistallo. La prima classificata non poteva permettersi di fare figuracce davanti al suo pubblico nell'ultima partita stagionale. Si inventò cosi un tiro della domenica che mise fuori gioco Sunell, stavolta incolpevole.
La partita era molto maschia, falli da una parte e dall'altra, molti ammoniti, ma stavolta fummo fortunati. Gli aversari rimasero in 10! Doppia ammonizione per il loro incontrista!
Chi è che disse quella famosa frase, "SI GIOCA MEGLIO IN 10", Liedholm se non sbaglio, svedese anche lui, guarda un pò il destino beffardo.
Giocarono meglio, avevano una luce negli occhi: aver ricevuto uno sgarbo dall'arbitro e farli restare in inferiorità numerica...beh volevano vendicarsi ...vincendo la partita. I miei ragazzi lo capirono, e la loro giovane età e l'inesperienza saltarono fuori come tonni lungo la risalita di un torrente.
Finì 3-2 per loro, avevamo assaporato per un attimo la vetta, ma forse non eravamo ancora pronti per il salto.
Ora eravamo quarti, ma c'erano 2 squadre con 3 punti di vantaggio, ed avevano partite abbastanza semplici.
Il miracolo non avvenne. Vincemmo l'ultima partita in casa senza sudare, e questo mi fece incazzare ancora di più. Ma questo era il calcio, questo era essere allenatori. Furono dei mesi bellissimi, passati con dei ragazzi e staff formidabili, i nostri tifosi ci acclamarono come se avessimo vinto la Champions League. Fossimo stati in Italia, molto probabilmente, in quarta serie sarebbero piovute solo pietre ed ortaggi.
Ma ero in Svezia, e qui contavano le persone, la passione, la sportività.
Un bambino, avrà avuto 10 anni, mi fermò prima che entrassi negli spogliatoi, dopo l'ultimo saluto ai tifosi: "Mister, ma adesso torni in Italia?"
"No piccolo, non prima di aver aver portato tutti voi in Prima Divisione"
La sua espressione fu di un'incredibile meraviglia, tirò i pantaloni del padre come per dirgli se anche lui avesse sentito: "Certo che ho sentito figliolo, e stanne certo che lo farà!".


https://www.youtube.com/watch?v=9RKtIUjh4rI

GarviD
06-11-2016, 23:27
Fra un pò cambierò anche il mio cognome, magari ci metterò un bel "sson" finale :D

:rotfl:

Che peccato per questa prima stagione, però considerando come eri partito... ottimo risultato :baffo:

Ma tipo si potrebbe avere uno screen della classifica finale? :look:

Halosofia
07-11-2016, 01:51
:rotfl:

Che peccato per questa prima stagione, però considerando come eri partito... ottimo risultato :baffo:

Ma tipo si potrebbe avere uno screen della classifica finale? :look:


https://i.imgsafe.org/fcfaad7a90.png

Giustamente, facendo questo genere di video ho tralasciato gli screen più importanti, proprio per far immergervi ulteriormente in una video-storia =D

geofriFMITA
07-11-2016, 09:20
e vediamo la seconda va

Halosofia
10-11-2016, 07:13
e vediamo la seconda va


https://youtu.be/frF12urOrmo

pazza_inter
10-11-2016, 10:07
e ana-lizziamo vah! :sisi:

Ciroxs
10-11-2016, 13:34
Ottimi alcuni nuovi acquisti... :D

Halosofia
10-11-2016, 14:05
e ana-lizziamo vah! :sisi:

vedo che hai colto =D


Ottimi alcuni nuovi acquisti... :D

Se non salgo quest'anno sono un ciuco!